Birùn, Settembre 1991
La locandina di "Birùn"
Il pieghevole di "Birùn"
Prima prova teatrale della Compagnia, lo spettacolo ha messo in scena un’antica canzone occitana della tradizione peveragnese dandole dignità artistica all’altezza dei tempi.
L’operazione ha risvegliato e coinvolto le migliori energie individuali, ha rimesso in gioco una identità collettiva da tempo sopita e ha creato le basi per l’Associazione Culturale e Teatrale che dal Birùn ha preso il nome.
Lo spettacolo ha per protagonista il personaggio storico del Duca Charles de Gontaut de Biron, Dordogne, (1562 - 1602), amico fraterno del re di Francia Enrico IV e valoroso condottiero, di cui era nota la passione per il gioco.
Condannato forse ingiustamente per tradimento, “Birùn” rifiuta la grazia, piuttosto che dichiararsi colpevole, e affronta orgogliosamente il patibolo.
“Ounda i é pà ëd coulpa i é pà ëd perdoun, dove non c’è colpa non c’è perdono”, replica alla proposta di perdono del Re.
Nella canzone, dove viene accusato a torto di barare nella partita a carte che gioca con la Regina alla Corte di Francia, molti hanno letto – giustamente – il messaggio che la tradizione ci consegna: la rivendicazione di essere con dignità, prima di tutto e al di là delle convenienze e dei modelli imposti, sé stessi.
Nello spettacolo il dialetto, per lo più usato per trite farse, offre un eccellente saggio di vigore e drammaticità.
Ascolta le musiche!
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Autori: Maurizio Giraudo, Alex Rapa.
Alcuni momenti dello spettacolo "Birùn"